Mario Malizia

La professionalità docente è caratterizzata dal padroneggiamento di alcune specifiche competenze e richiede a chi la possiede una flessibilità mentale che permetta di adattarne la pratica alle sempre nuove necessità generate dal dinamismo, oggi più che mai esasperato, che connota la società e, specularmente, la cultura che ne costituisce il fondamento.

Ai docenti di ogni grado scolastico, a partite dalla scuola dell’infanzia e fino all’università, è richiesto non tanto di assecondare e sostenere i processi che in tali situazioni si innescano, gestendo di fatto il quotidiano, ma di prevederne la nascita ed i possibili sviluppi in termini di potenzialità positive e d’individuarne in tempo le sempre possibili criticità. Tutto ciò per “gestirli” sulla base di dettagliati progetti intenzionalmente predisposti, sistematicamente condotti, scientificamente fondati e monitorati costantemente per coglierne le opportunità e limitarne le problematicità, tipiche delle azioni occasionali.

Lo studio approfondito, e non la lettura estensiva e occasionale, delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo del 2012, ma anche di quelle precedenti, indica senza ombra di dubbio la finalità perseguita dalla scuola, intesa come Sistema Formativo Nazionale.

Ad essa, infatti, viene assegnato dalla Carta Costituzionale il compito di fornire il contributo più decisivo per il raggiungimento di tale meta, in virtù della capacità progettuale, della pratica didattica, della competenza docimologia degli insegnanti che in essa operano, e delle potenzialità organizzative favorite dall’autonomia di cui gode già da tempo.

Accompagnare gli alunni di ogni età, tenendo conto delle peculiarità di ognuno di loro, che richiedono “attenzioni” progettuali e didattiche diversificate, nello svolgimento del processo formativo, vuol dire progettare per loro adeguati processi di apprendimento in grado di renderli protagonisti della loro crescita e della loro formazione.

Ai docenti, quindi, viene richiesto un ulteriore compito: quello di selezionare le conoscenze utili a favorire la maturazione delle competenze che si “intravedono” opportunamente diffuse nel profilo dello studente in uscita dalla Scuola secondaria di primo grado e pubblicato nelle Indicazioni Nazionali citate, e perseguirle mediante attività didattiche tra di esse coordinate e scientificamente organizzate in percorsi coerenti, funzionali alla maturazione di apprendimenti significativi (metacognitivi) capaci di consentire ad ognuno degli alunni di dotarsi degli strumenti culturali idonei per accedere a fonti diversificate di conoscenza; per consentire l’elaborazione delle conoscenze acquisite; per consapevolizzarsi, mediante attività sperimentali, circa le proprie potenzialità.

Svolgere tale compito richiede ai docenti, altresì, vaste conoscenze nei campi della psicologia per l’apprendimento e della psicologia dello sviluppo e specifiche competenze, che possono così essere definite:

  1. analitica
  2. progettuale;
  3. organizzativa;
  4. epistemologica;
  5. didattica;
  6. docimologica.

Si tralascia, in questa occasione, ed in ossequio a quanto richiesto alla mia relazione, di discutere di tutte le competenze appena elencate e si pone l’attenzione su quella docimologica, oggetto del mio intervento.

La scuola di qualità: non quella che pretende dagli studenti l’accumulo di quantità esponenziali di informazioni da memorizzare e utilizzare chissà quando e per chissà quale scopo, ma quella che crea le migliori condizioni perché gli studenti imparino ad attingere da fonti diversificate le informazioni che servono, nel momento in cui servono, e le rielaborino mentalmente utilizzando la propria rete concettuale per adattarle alla situazione problematica che deve essere risolta, ha bisogno di professionisti che operino scientificamente, oltre che intenzionalmente e sistematicamente sulla base di una dettagliata progettazione dei processi che sostengono la formazione del futuro uomo/cittadino in grado di contribuire alla nascita del tanto atteso nuovo umanesimo.

Speculare alla progettualità, fin dalla fase ideativa, si colloca il sistema di controllo con il compito di esaminarne gli obiettivi proposti; stabilire la fattibilità del processo realizzativo; monitorare l’esecuzione delle azioni; consentire gli adeguamenti; valutare l’esito finale.

Per svolgere tale compito il sistema di controllo ha bisogno di docenti in possesso della competenza docimologica, la quale richiede macro-conoscenze sia nel campo della verifica, per la produzione di prove di profitto, oggettive e/o non formalizzate, funzionali ad accertare il possesso delle conoscenze ritenute indispensabili alla maturazione delle competenze attese, descritte nel curricolo, sia nel campo della valutazione, per l’interpretazione dei dati emersi dalla verifica e l’articolazione dei criteri interpretativi degli stessi.

I docenti devono, infatti, essere in grado di “tradurre” in attività didattiche coerenti tra di loro il progetto formativo sotteso alle finalità del sistema scolastico e, per farlo, devono, già in fase di progettazione, individuare gli indicatori da monitorare confrontandoli sistematicamente con l’impianto teorico-scientifico su cui si fonda il progetto formativo, la programmazione del processo di apprendimento, che ne costituisce lo strumento operativo e la pianificazione delle attività didattiche, che rappresentano le singole tessere dell’intero mosaico costituito dal processo formativo.

Essere in possesso della competenza docimologica consente ai docenti di evitare l’occasionalità nell’erogazione dell’attività didattica; di assicurare ad ognuno degli alunni il diritto oggettivo all’apprendimento ed alla formazione; di garantire ad ogni alunno il rispetto delle proprie peculiarità apprenditive e produttive; di esprimere valutazioni fondate scientificamente; di accompagnare gli alunni a riflettere sui percorsi generativi delle conoscenze acquisite e sui livelli di competenza maturati perché non solo possano consapevolizzarsi circa le proprie potenzialità, ma anche e soprattutto perché acquisiscano fiducia nei confronti della scuola, dei suoi operatori e sviluppino quegli atteggiamenti positivi che consentano loro di maturare, nei confronti della loro esperienza scolastica, una “vision” positiva in grado di promettere la prospettiva della realizzazione del loro progetto di vita.